Lavoro, se fai questa mansione sei costretto a lavorare anche di domenica: rassegnati o perdi il posto
Come funziona il lavoro domenicale in Italia, chi è costretto a farlo e quali sono le compensazioni economiche previste dal CCNL
Lavorare di domenica è giusto o no? Le opinioni al riguardo sono contrastanti anche tra i lavoratori. Molti vorrebbero la chiusura delle attività, altri sono contenti di poter aumentare il guadagno lavorando durante i festivi.
Ma non si parla solo di attività commerciali, ci sono operai turnisti che lavorano in aziende che non si fermano mai. E professionisti che sono necessari 365 giorni all’anno e non possono fermarsi tutti la domenica o durante le festività.
Viene da chiedersi come è regolato il lavoro domenicale per i diversi tipi di lavoratori, soprattutto per chi non può rifiutarsi di farlo se non vuole perdere il posto. Ecco cosa succede in Italia e in Europa.
Lavoro di domenica: come funziona
La proposta legislativa del Governo italiano di reintrodurre l’obbligo di chiudere i negozi la domenica e nei giorni festivi mira a proteggere le piccole attività commerciali, spesso incapaci di restare aperte durante i festivi. In Italia, circa 5 milioni di persone lavorano di domenica, una cifra che ci pone tra gli ultimi posti in Europa per il lavoro festivo. Il diritto al riposo settimanale è sancito dall’articolo 36 della Costituzione e dall’articolo 2109 del Codice Civile, con il D.lgs. n. 66/2003 che permette il lavoro domenicale, purché sia garantito un riposo compensativo in un altro giorno della settimana.
Professioni come medici, forze dell’ordine, autisti e ristoratori richiedono disponibilità anche nei giorni festivi per garantire servizi essenziali. Lavorare di domenica comporta maggiorazioni retributive previste dai Contratti collettivi Nazionali del lavoro, CCNL, che variano a seconda del settore: dal 30% nel commercio al 50% nell’autotrasporto, con altre percentuali specifiche per settori come carta, meccanica e alimentare. Queste disposizioni mirano a compensare il disagio del lavoro festivo, riconoscendo l’impegno aggiuntivo richiesto ai lavoratori.
Regolamentazione e compensazioni economiche in Europa
In Europa, il lavoro domenicale non è completamente vietato, anche se ci sono limitazioni e deroghe in paesi come Grecia, Germania e Francia. Malta, Ungheria, Finlandia e Danimarca hanno avuto restrizioni sul lavoro domenicale che sono state successivamente abolite. L’Unione Europea, tramite la direttiva sull’orario di lavoro, stabilisce che ai dipendenti deve essere garantito un giorno di riposo ogni sei di lavoro, senza specificare che debba coincidere con un giorno festivo.
Questa flessibilità consente di adattare le norme alle diverse esigenze dei mercati del lavoro nazionali, mantenendo comunque un principio di tutela per i lavoratori. Le maggiorazioni retributive per chi lavora di domenica variano notevolmente tra i Paesi, riflettendo le diverse tradizioni lavorative e normative. Ad esempio, in Italia le maggiorazioni variano dal 30% al 80% a seconda del settore, mentre altri Paesi europei possono avere approcci differenti basati su contrattazioni collettive locali e leggi nazionali.