Lavoratore dipendente o P.IVA? I vantaggi sono schiaccianti: se vuoi lavorare non farti ingannare da quello che ti dicono
Spiegata a chiare lettere la differenza sostanziale tra i due inquadramenti, per scegliere se essere lavoratore dipendente o P.IVA.
Si tratta di un regime di lavoro completamente diverso, che sta alla base della differenziazione tra i lavoratori autonomi e quelli dipendenti.
Vediamo che cosa cambia, cosa dice la legge italiana, quali sono gli obblighi di entrambi i pro e i contro.
Nero su bianco i vantaggi e le regole per conoscere la verità, fugare ogni dubbio, e decidere se farsi assumere come lavoratore dipendente o P.IVA.
Lavoratore dipendente o P.IVA, le differenze fondamentali tra i due inquadramenti contrattuali
Chi si trova a inserirsi per la prima volta nel mondo del lavoro, o ad accettare un nuovo impiego, spesso si trova anche di fronte alla necessità di scegliere tra il lavoro da dipendenti e quello da lavoratori autonomi, ma è meglio essere lavoratore dipendente o P. IVA? Questa questa non è una domanda dalla risposta univoca, perché entrambe le formule presentano dei vantaggi e degli svantaggi. Vediamo quali sono, così da agevolare nella scelta chi deve decidere se diventare un lavoratore dipendente o aprire una propria partita iva.
Nel primo caso si avrà un contratto di lavoro dipendente, e dunque ci avrà uno stipendio fisso, che non sarà soggetto ad aumenti né a oscillazioni. Dunque si tratta di un inquadramento contrattuale sicuro e più stabile rispetto a quello dei lavoratori autonomi, ma con un orario preciso e dei vincoli da rispettare. Il vantaggio è quello di avere le ferie ogni anno, calcolate sulla base dei giorni lavorati, e retribuite, perché regolarmente garantite dalla legge italiana. Inoltre, chi lavora come dipendente ha diritto alla cosiddetta malattia, e dunque si può assentare per motivi, certificati e comprovati di salute, senza perdere parte dello stipendio. Il lavoratore autonomo invece guadagna in base a quanto fattura, e dunque a quanto lavora, non ha garanzie fisse dal punto di vista del guadagno, delle ferie o della malattia. C’è inoltre un’altra differenza sostanziale, che può portare a scegliere se essere lavoratore dipendente o P. IVA, vediamo di che cosa si tratta.
Che cosa cambia dal punto di vista fiscale
La differenza sostanziale, che dovrebbe far decidere se essere lavoratore dipendente o P. IVA è legata, per prima cosa, all’aspetto fiscale. I lavoratori dipendenti infatti, non sono tenuti mai ad occuparsi in prima persona di pagare le tasse sul loro lavoro, che vengono detratte direttamente dallo stipendio ogni mese, e versate dal datore di lavoro. Ciò vuol dire che quello che ricevono in busta paga è lo stipendio al netto delle imposte.
Chi invece decide di aprire la partita iva, e di lavorare come lavoratore autonomo, deve personalmente occuparsi della propria dichiarazione dei redditi, e del pagamento delle tasse. Tra queste c’è innanzitutto l’iva, l’imposta sul valore aggiunto, che è applicata a tutti i beni e servizi, e che in qualche modo il lavoratore riscuote quando emette la propria fattura. Dunque, da quello che guadagna e che fattura, deve sottrarre le tasse, che andrà a pagare di tasca propria, quando, alla metà di ogni anno, provvederà a inoltrare all’Agenzia delle Entrate la propria dichiarazione dei redditi.