Giovani italiani si rifiutano di lavorare solo per questo motivo: ecco di che si tratta
Il recente report mette in luce un trend allarmante: sempre più italiani considerano i salari inadeguati, Governo Meloni alle strette.
La recente pandemia non ha rappresentato certamente una boccata d’aria per milioni di lavoratori e centinaia di aziende, anzi. Molti italiani hanno infatti perso il lavoro, oppure si sono ritrovati a stagnare in cassa integrazione, e molte imprese – specialmente le medie e piccole – sono state costrette ad abbassare definitivamente la serranda.
Il successivo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, così come quella più recente in Medioriente, ha assestato un’ennesima batosta all’economia, facendo impennare il carovita a fronte di stipendi rimasti immutati, e le politiche del lavoro messe in atto dal Governo Meloni sembrano non arginare l’insoddisfazione dei cittadini.
Lo rivela un illuminante report stilato dall’osservatorio Jobpricing in collaborazione con Infojobs: la situazione salariale in Italia sta disincentivando migliaia di potenziali unità di forza lavoro dall’effettuare una ricerca attiva di impiego. Molti preferiscono infatti poltrire sul divano in attesa di misure assistenziali e di tempi migliori, piuttosto che ricevere una busta paga dal valore inadeguato.
Lo studio ha analizzato 6 parametri principali: l’equità, la competitività, la performance in relazione alla retribuzione, la trasparenza, la fiducia e la meritocrazia. Ecco cos’è emerso.
Lo studio sulla condizione salariale in Italia
Attualmente, 4 lavoratori su 10 lamentano degli stipendi insufficienti rispetto ai carichi di lavoro svolti nelle rispettive aziende, soprattutto per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato. Questa tendenze evidenzia la necessità che le aziende integrino nuovi benefit, incentivi variabili e altri elementi tipici del modello Total Reward.
E, nonostante l’aumento medio delle retribuzioni, pari all’1,8%, la maggioranza dei lavoratori riferisce che le rispettive imprese non hanno adeguato i salati in positivo rispetto al peso dell’inflazione e del carovita. 3,4 cittadini su 10, infine, denunciano una palese mancanza di meritocrazia all’interno dei rispettivi organici, in particolar modo gli elementi di sesso femminile.
Il Governo Meloni scenderà in campo?
In attesa di eventuali nuove mosse da parte dell’Esecutivo, Nicole Boccardini, senior consultant in Jobpricing, ha asserito: “Anche quest’anno emerge con chiarezza che la soddisfazione sul lavoro non è unicamente determinata dal denaro, sebbene la retribuzione fissa rivesta un ruolo significativo“.
E ha concluso: “Quanto emerso non fa altro che sottolineare l’importanza di un approccio completo alla remunerazione, abbracciando il concetto di Total Reward, per favorire il benessere complessivo di lavoratrici e lavoratori. Promuovere un equilibrio tra vita lavorativa e personale è cruciale non solo per il benessere individuale, ma anche per il successo globale delle organizzazioni”.