Prenota la tua vacanza, paga lo Stato | Il comunicato è ufficiale: il destino di questi imprenditori è segnato per sempre
Novità per gli imprenditori dell’estate: ecco cosa accadrà quest’anno. Potremo andare al mare senza alcun problema.
Quest’anno verrà ricordato per la possibilità di andare al mare senza pagare nulla. Si potrà andare in spiaggia, soprattutto negli stabilimenti balneari più sofisticati e costosi, e poter piazzare ombrellone e sdraio senza che nessuno dica nulla e senza essere allontanati dai gestori.
Le concessioni balneari del Governo sono ormai scadute, ma i proprietari dei lidi apriranno lo stesso, a costo di essere abusivi. Tutto è nato dal rifiuto del Governo Meloni di mettere in atto la direttiva europea Bolkestein, che ha l’obiettivo di evitare che si verifichino monopoli sulle risorse pubbliche e permettere a tutti di usufruire di migliori servizi.
Utilizzare le spiagge dovrebbe essere messo a gara, senza prorogare le concessioni. E’ quanto spiegato dal Consiglio di Stato, ma non è stato ascoltato. Il Governo infatti ha prorogato le concessioni di un altro anno, causando del malcontento.
Infatti si stanno muovendo le prime proteste: l’associazione Mare Libero ha deciso di protestare piantando gli ombrelloni nei lidi più noti, tra cui il Twiga di Flavio Briatore, che nel 2024 ha pagato allo Stato 22.905,65 euro di canone per la concessione demaniale (come riportato dal Today.it). Cosa accadrà adesso?
La direttiva Bokestein
Tale direttiva ha lo scopo di evitare che si presentino i monopoli dei beni comuni (in questo caso le spiagge) e che si garantiscano servizi migliori a prezzi accessibili. Con le spiagge italiane accade il contrario, ovvero vengono date in concessione per anni ai proprietari ad affitti vantaggiosi. Il Governo meloni si è opposto agli articoli 11 e 12 della direttiva Bolkestein perché stabiliscono gare “aperte, pubbliche e basate su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi” ma esclusivamente in caso di “scarsità della risorsa naturale“.
Secondo il Governo la scarsità non c’è, in quanto le coste italiane sono occupate solo al 33%. Alcune associazioni ambientaliste tra cui Legambiente e la stessa Commissione hanno fatto notare che alcuni tratti liberi di costa sono inaccessibili (scogliere, porti, impianti petroliferi). Risulta pertanto che il 42,8% delle coste accessibili (non del totale) è occupato dalle concessioni, e in alcune regioni addirittura al 70%.
Cosa accade adesso?
Sembra che il Governo Meloni stia ancora rimandando il momento in cui deve risolvere questa situazione con le gare previste dalla Bolkestein. Alcune regioni, come il Veneto, ha hanno messo a gare le loro spiagge, trovandosi così a rispettare la direttiva, ma tutte le altre regioni che non l’hanno fatto si trovano in una situazione di vuoto normativo che peggiorerebbe la questione.
Intanto però la procedura di infrazione rimane sempre aperta. Se la Commissione e il Governo non trovano un accordo su questo problema, si porterebbe la questione dritta alla Corte di giustizia europea. Tra pochi giorni tra l’altro avverranno le elezioni europee, che potrebbero prendere una brutta piega per le strumentalizzazioni politiche. Gli unici che potrebbero rimetterci qualcosa rimangono gli imprenditori.