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Pensioni, ti faranno lavorare fino alla morte: l’INPS ha preso quest’amara decisione | Puoi arrenderti

La decisione dell’INPS – Depositphotos – Interno18.it

Un problema delicato da affrontare e risolvere il prima possibile: ecco la triste decisione dell’INPS riguardo le pensioni degli italiani.

Si tratta di uno dei temi più affrontati e dibattuti negli ultimi anni: l’asticella viene ogni volta alzata sempre di più nei confronti dell’età del pensionamento. Ecco perché si è tornati sul dibattito sulla riforma delle pensioni, in particolar modo la Quota 41, protagonista del tema di questo periodo.

Il sogno di ogni italiano è poter andare in pensione il prima possibile, senza dover accettare un’età di pensionamento sempre più alta. Ecco perché Claudio Durigon, il sottosegretario al ministero del Lavoro, recentemente ha voluto riportare l’attenzione sulla proposta di poter accedere alla pensione con 41 anni di contributi versati negli anni lavorativi, senza però considerare l’età anagrafica.

Si tratta di una proposta sostenuta fortemente dalla Lega: il pensiero è quello che 41 anni di lavoro possano essere sufficienti per potersi ritirare dopo tanta fatica. Affaitaliani.it ha riportato sul sito la proposta, la quale appare come una soluzione molto equa.

Questo però non esclude che ci siano degli ostacoli da dover abbattere e superare: la Quota 41 potrebbe diventare un problema per molti lavoratori che sperano di poter andare in pensione molto presto.

I rischi della Quota 41

Il panorama economico internazionale è segnato da una forte crisi finanziaria, che ha avuto gravi ripercussioni nel mondo come conseguenza alla pandemia del Covid-19. Adesso però l’introduzione della Quota 41 potrebbe essere un problema non indifferente per i lavoratori. Le spese previdenziali in continuo aumento e i costi molto alti dei bonus edilizi sono la dimostrazione della difficoltà nell’equilibrare le necessità imminenti dei lavoratori con le prospettive del futuro.

Fino a poco tempo fa, la Quota 103 (41 anni di contributi con 62 anni di età di pensionamento) non è stata molto presa in considerazione, dimostrando perciò eventuali modifiche definitive alle norme pensionistiche potrebbero non riscuotere un buon successo. In più, passando ad un sistema totalmente contributivo, si rischia una notevole riduzione dell’assegno pensionistico che oscillerebbe tra il 15 e il 20%.

L’età pensionistica rischia di aumentare – Depositphotos – Interno18.it

La proposta del ministro Durigon

Il sottosegretario al ministero del Lavoro ha sollevato anche il problema dell’integrazione dei contributi versati alla previdenza complementare da considerare nel calcolo della pensione, rappresentando così un modo per poter aumentare l’importo delle pensioni per i futuri lavoratori che finiranno il loro periodo lavorativo.

C’è però da tenere in considerazione che questo significherebbe comunque fare un’approfondita analisi del sistema previdenza complementare, caratterizzato da scontri ideologici e una bassa educazione finanziaria.