Hai visto una persona nel tuo palazzo maltrattare gli animali e non sai cosa fare: la legge chiarisce tutto e non perdona | Fai molta attenzione
In quali situazioni puoi denunciare il vicino che maltratta il cane? Ecco a chi ti devi rivolgere e in quali situazioni si può fare qualcosa.
Nonostante tutte le campagne di sensibilizzazione e il nuovo modo di considerare gli animali domestici, sono ancora moltissimi i casi di maltrattamenti in Italia e nel mondo. Uno caso che ha fatto scalpore è avvenuto nel 2022 a Torino, e aveva come protagonista James, un cane di razza lupo cecoslovacco.
I suoi sedicenti proprietari lo tenevano legato tutto il giorno sul balcone di casa, anche quando partivano per lunghi periodi. E’ stato necessario l’intervento della procura e dei vigili del fuoco per togliere il cane da quella misera situazione di vita. E se dovesse capitare a te di assistere ad un caso del genere, cosa faresti?
Prima ancora di capire come muoversi in queste situazioni, è necessario definire il maltrattamento su animali in maniera giuridica: l’articolo che ci interessa è il 544-ter, che elenca tutti i comportamenti in cui avviene il maltrattamento di animali, provocando loro lesioni o li sottoponga a fatiche fisiche notevoli. Anche drogare un animale è considerato reato di maltrattamento.
Bisogna sottolineare che la violenza avviene in assenza di necessità (se ci si difende da un animale che ci sta aggredendo, ci si trova ad agire in stato di necessità), e per mera brutalità (Cassazione penale numero 8449/2020). Per esempio, se strattoni il tuo cane al guinzaglio per non farlo investire o per allontanarlo da una fonte di pericolo, non stai agendo per crudeltà.
Quando si può segnalare un maltrattamento e a chi rivolgersi
Per poter denunciare qualcuno per maltrattamento non è necessario avere delle prove schiaccianti, perché basteranno delle prove indiziarie (Cassazione penale sez. V, 11/04/2022, n.20221). Se sei sicuro di aver assistito ad un maltrattamento, sei disposto a fare di tutto pur di salvare il malcapitato dalle grinfie del carnefice. Gandhi affermava: “La vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano“.
Infatti il sistema giuridico italiano gli dà ragione, e permette a tutti di denunciare casi di maltrattamento a qualsiasi organo di polizia giudiziaria (Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri). Oltre alle forze dell’ordine, esistono numerose associazioni sparse su tutto il territorio pronte ad aiutarti in casi di maltrattamenti. Tra queste, è possibile contattare l’Associazione italiana difesa animali e ambiente, oppure l’Ente nazionale per la protezione degli animali. C’è anche la possibilità di contattare le Guardie zoofile OIPA via mail.
Cosa accade dopo la segnalazione
Per evitare di essere colpevole di reato di procurato allarme, sarà necessario descrivere accuratamente la situazione in cui si trova l’animale in questione, indicando luoghi e persone responsabili. Trattandosi di una denuncia, non esiste un termine minimo entro cui segnalare il caso di violenza. Sarà possibile anche denunciare in forma anonima, ma questo potrebbe portare le indagini a non svolgersi con successo, in quanto non sarà possibile procedere con perquisizioni.
Le forze armate potrebbero anche procedere con le indagini in maniera autonoma, ma senza delle prove, come foto o video, difficilmente si arriverà ad una condanna penale. Purtroppo coloro che sono violenti con gli animali non rischiano pene terribili: i colpevoli avranno la reclusione che oscillerà dai 3 ai 18 mesi di reclusione, oppure pagheranno una multa che andrà da 5.000 a 30.000 euro. La pena aumenta se in ballo c’è la morte dell’animale. Un importante provvedimento è il sequestro degli animali maltrattati, ovvero allontanati dai proprietari.