Spiare il proprio partner è un reato: rischi l’arresto fino a 3 anni | La legge non perdona
Controllare i profili social della propria dolce metà non è consentito dalla legge: si incorre nel penale. Presta attenzione.
Spiare i social del proprio partner è un’attività più comune di quanto si pensi. Solitamente lo si fa per avere le prove schiaccianti di un tradimento, ma a volte si tratta anche di un modo per scoprire indizi su una sorpresa da riceve o semplicemente per capire con chi chatta più frequentemente e cosa dice sulla relazione.
Per quanto questo venga fatto in buona fede, non è eticamente corretto. Ma non solo: si tratta anche di un reato riconosciuto a livello giuridico, anche se non tutti ne sono al corrente. È giusto che tu sappia che per poter controllare il profilo del proprio partner è necessario il suo consenso.
Non c’è relazione sentimentale o matrimonio che tenga: avere il permesso della persona interessata è fondamentale per evitare di incorrere in gravi problemi con la legge. Infatti i social network sono considerati un vero e proprio spazio privato, anche se “gestiti” dal web.
Leggere o condividere le chat è consentito solo al gli utenti che ne fanno parte, anche nel caso di chat di gruppo. La differenza sta proprio nel consenso: solo in questo modo è possibile valutare la condotta di colui o colei che ha infranto la privacy. Se il permesso dovesse mancare, si tratta di violazione.
Cosa accade sul piano giuridico
Non esiste nessuna attenuante per coloro che spiano il partner sui social: lo stabilisce la Corte di Cassazione, precisando che deve essere il proprietario del profilo ad autorizzare l’accesso. È considerato reato anche l’accesso nel momento in cui le credenziali sono state comunicate in passato, ma al momento non c’è stato nessun consenso.
Non è nemmeno concesso l’accesso autorizzato per finalità diverse da quelle originali. Nel momento in cui il partner ci comunica le credenziali per paura di dimenticarle, non significa che ci stia autorizzando ad accedere ai social. Anche se ci ha chiesto di controllare alcuni messaggi e notifiche, non possiamo curiosare su altro.
Il rischio di sanzioni penali
Se si dovesse entrare senza permesso nel profilo social del partner, si potrebbe essere accusati di accesso abusivo ad un sistema informatico (articolo 165 ter del Codice penale), con reclusione fino a 3 anni. Anche prolungare i tempi di permanenza sul social è punibile dalla legge, nel caso in cui il proprietario del profilo abbia autorizzato l’accesso.
Nel momento in cui si spiano le conversazioni, si può essere accusati di violazione della corrispondenza privata (articolo 616 del codice penale), con condanna fino a 1 anni di reclusione, oppure una sanzione pecuniaria che va da 30 a 516 euro. Condividendo o rivelando il contenuto delle chat senza consenso, si rischiano fino a 3 anni d in carcere. Se invece si intrattiene una conversazione con qualcuno dal profilo del partner, la condanna è di sostituzione di persona (articolo 494 del Codice penale, reclusione fino a 1 anno). Tutte le eventuali prove trovate in maniera inappropriata non potranno essere utilizzate in un processo penale.