Per tutti i lavoratori ci sono importanti novità nell’aria: ecco tutti i dati che devi sapere riguardo l’età per andare in pensione.
L’ultimo decennio ha visto cambiamenti importanti nei confronti dei lavoratori, ma soprattutto per quanto riguarda l’età in cui ci si può ritirare dal mondo lavorativo e godersi finalmente gli anni di meritato risposo.
Negli ultimi anni sono state confermate diverse modifiche apportate alle leggi che regolano la giusta età per andare in pensione. L’obiettivo principale è quello di risparmiare sulla spesa previdenziale.
Questo tema rappresenta un tasto dolente per il bilancio pubblico, in quanto la situazione è peggiorata negli ultimi anni. La popolazione ha subìto un invecchiamento generale dovuto all’aumento della prospettiva di vita. In compenso, si è verificata una forte denatalità per le nuove generazioni, accompagnata dalla crisi della stabile occupazione e quindi da un versamento minore di contributi.
Il sistema oggi prevede che tutti i lavoratori assicurati abbiano diritto alla pensione, e che ci sia un’età stabilita dalla legge per poter smettere di lavorare. In ogni caso, è necessario che abbiano un’anzianità contributiva che ammonti almeno a 20 anni.
A partire dal 2019, il requisito fondamentale per poter andare in pensione è il compimento del 67° anno di età per tutte le categorie di lavoratori, età che rimane valida anche per poter richiedere l’assegno sociale. Questo dato riguarda le categorie dei dipendenti pubblici e privati, dei lavoratori e lavoratrici autonomi e del settore privato, e anche per tutti i lavoratori che abbiano perciò il requisito contributivo 20 anni.
E’ stata prevista anche una pensione di vecchiaia anche se sono stati versati solo 5 anni di contributi: in questo caso l’età per il pensionamento sale a 71 anni. Questi dati sono stati introdotti dalla riforma Dini, e perfezionati dalla Monti-Fornero, risalente al 2011. La norma prevede che l’età per il pensionamento venga sempre più spostato in avanti proprio per l’allungamento della prospettiva di vita.
Le categorie di lavoratori sono varie e diverse tra loro, e a seconda della tipologia sono state decretate diverse modalità di pensionamento. Alla pensione anticipata ordinaria (destinata ai lavoratori iscritti alle gestioni INPS) è possibile accedere a qualsiasi età. Serviranno 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e un anno in meno per le donne.
Invece per i lavoratori appartenenti alla categoria delle mansioni usuranti o gravose, la modalità di pensionamento cambia a seconda dei giorni lavorativi. Per i lavoratori dipendenti, che lavorano anche in orari notturni, l’età del pensionamento oscilla tra 61 anni e 7 mesi e 63 e 7 mesi, mentre per i lavoratori autonomi si va dai 62 anni e 7 mesi ai 64 anni e 7 mesi.