Enzo Janacci, a 11 anni dalla scomparsa spunta la clamorosa verità: ecco quali sono state le cause della sua morte
A distanza di anni dalla morte del grande cantautore milanese, è trapelata la verità sulla morte di Enzo Jannacci.
Uno dei maggiori esponenti della musica italiana nel mondo: Enzo Jannacci è stato un importante cantautore che ha rappresentato il Bel Paese in tutto il Globo grazie al suo innato talento.
Classe ’35, è nato a Milano ma padre pugliese e madre lombarda. Ha scelto di studiare al liceo scientifico, ma poi ha capito che la musica era la sua ispirazione più grande. Dopo il diploma, ha frequentato il Conservatorio di Milano diplomandosi in armonia, composizione e direzione d’orchestra.
Il suo debutto al grande pubblico è avvenuto durante gli anni ’50, quando ha fatto coppia con il collega e amico Giorgio Gaber, formando il duo artistico Due Corsari.
Solo nel ’64 ha pubblicato il suo primo album da solista El portava i scarp del tennis, un capolavoro indiscusso, e successivamente insieme a Dario Fo ha dato vita all’album Vengo anch’io, no tu no che contiene il brano omonimo diventato un successo ineguagliabile.
Il periodo di declino
La sua carriera ha subìto un immotivato declino che lo ha portato ad un periodo di forte crisi fino al 1975, quando ha creato il brano Quello che… riscuotendo un successo inaspettato che lo ha riportato alla ribalta. Nel 1989 è salito sul palco del Festival di Sanremo con la canzone Se me lo dicevi prima, e 9 anni dopo è ritornato per l’ultima volta sullo stesso palco con Quando un musicista ride.
La sua vita è stata costellata da alti e bassi, ma l’unica costante è stata sua moglie Giuliana Orefice, con la quale è convolato a nozze nel 1972 ed è stato con lei per più 40 anni, fino al giorno del suo decesso. .
La verità sulla sua morte
Il cantautore è deceduto nella sua città natale il 29 marzo 2013 all’età di 78 anni. Dopo anni è arrivata la certezza sulla causa della sua morte: Jannacci è venuto a mancare a causa di un tumore. Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi lottando contro questo brutto male e pe questo motivo era stato ricoverato alla Clinica Columbus.
In una delle sue ultime interviste, ai microfoni di Avvenire aveva dichiarato: “Vado avanti con i piedi di piombo, anche se non potrei permettermelo perché non ho tanti anni davanti. Sento di non avere più il tempo per occuparmi di cose troppo terrene; ora guardo al cielo, all’interscambiabilità degli spazi, dove andiamo a picchiare tutti prima o poi. Anche se ho scoperto di avere meno paura dell’eterno“.