Rivoluzione 2024: puoi riavere indietro tutte le spese della ristrutturazione solo a questa condizione | Ecco la novità
Ricevere i soldi delle spese di ristrutturazione indietro oggi è possibile: ecco come fare e cosa devi sapere a riguardo.
Hai ristrutturato casa e hai speso un patrimonio? Non preoccuparti perché potrai ricevere indietro i soldi spesi. Lo spiega in maniera chiara ed esaustiva Fisco Oggi, la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate.
Fino alla fine del 2024 è attiva la detrazione Irpef del 50% sulle spese per la ristrutturazione di case singole o parti di edifici residenziali in comune con altri condomini. Il limite massimo previsto per la spesa è di 96mila euro per ciascuna unità immobiliare.
Fisco Oggi specifica che, secondo l’articolo 16-bis del Tuir, tra i contribuenti che possono richiedere la detrazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio sono compresi anche i familiari conviventi con il possessore dell’immobile o che ne è detentore.
Si riferisce al coniuge, ai parenti fino al terzo grado e gli affini fino al secondo grado di parentela. Nel caso in cui il recupero del patrimonio edilizio venga richiesto dal parente convivente, la detrazione spetta anche in caso in cui le abitazioni sono intestate al proprietario dell’immobile e non al familiare.
Cosa è necessario per richiedere la detrazione fiscale
In poche parole, per poter usufruire di questo vantaggio, è necessario che esista uno status di convivenza al momento dell’attivazione della procedura di richiesta o dal primo giorno di ristrutturazione.
Il recupero della cifra consiste in una detrazione attuata dall’Irpef, da dividere in 10 quote annuali di importo pari al 36% delle spese sostenute. Il limite è di 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Per le detrazioni che partono dal 26 giugno 2012 fino al 31 dicembre 2024, il beneficio è fino al 50% e il limite sale a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
In quali situazioni spetta la detrazione?
Questo importante vantaggio è previsto nel momento in cui vengono acquistati immobili ad uso abitativo appartenenti ad edifici condominiali già interamente ristrutturati in precedenza.
Si può usufruire di tale agevolazione anche nel caso di restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia eseguita da imprese di costruzione oppure per la ristrutturazione immobiliare gestita da cooperative edilizie, che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile. In ogni caso, sia l’acquirente che l’assegnatario dell’immobile devono calcolare il recupero della somma sulla base di un importo forfettario, che corrisponde al 25% del prezzo totale comprensivo di Iva, in caso di vendita o di assegnazione dell’immobile.