Generazione X, altro che sfaticati: quello che cercano è davvero incredibile
La generazione Z ha le idee ben chiare sul proprio futuro: vogliono lavorare ma con delle condizioni particolari.
Spesso gli adulti criticano i ragazzi, definendo le nuove generazioni come sfaticate: la critica maggiore è rivolta al loro approccio al mondo del lavoro, ma non è come sembra.
Spesso coloro che criticano vengono etichettati come “boomer”, ma anche i Millenials (coloro che sono nati tra il 1980 e il 1996) hanno già una visione diversa rispetto ai ragazzi più giovani.
Gli analisti di Zelo, ovvero la la società che realizza progetti di valore per le aziende dedicati alla Generazione Z, hanno portato avanti unna ricerca interpellando i diretti interessati.
Sono stati intervistati oltre 5000 Gen Z per capire qual è il loro approccio alla vita e cosa cercano nel loro futuro. I ragazzi hanno ammesso di odiare gli stereotipi che li vedono protagonisti e di voler avere certezza per il futuro.
Cosa cercano i ragazzi della Gen Z
Le grandi aziende sono sempre alla ricerca di nuovi talenti: se alcuni di loro vogliono far parte delle multinazionali ma le donne e gli uomini sempre super performanti li intimoriscono, altri vogliono essere a capo di aziende tutte loro, ma condividendo le responsabilità perché “causano ansia”.
La Generazione Z vive nella paura di fallire e sentendosi giudicati dagli altri, problemi scaturiti dai social, che hanno inculcato l’idea di essere sempre a confronto con gli altri. Inoltre hanno bisogno di continue conferme, di leader che comunichino con loro e li possa motivare e spronare a fare sempre del loro meglio.
I ragazzi vogliono realizzarsi
I ragazzi Gen Z hanno un disperato bisogno di relazioni umane soprattutto sul posto di lavoro e per fare i BeReal negli eventi al di fuori del turno lavorativo, per placare l’ansia sociale e la Fomo (Fear of Missing Out). Alcuni sono a favore dello smart working per limitare l’ansia sociale, ma il lavoro deve piacere molto. Anche gli HR delle aziende dovranno cambiare il loro modello operativo, considerando che gli ultimi vent’anni sono stati unici e hanno cambiato la storia. Non esistono più le situazioni formali, dare del “lei” è obsoleto, le chat sono più efficaci delle panchine per fare due chiacchiere. Tutto ciò che è sinonimo di “serietà” non convince più.
Cecilia Nostro, founder di Zelo, ha spiegato: “La GenZ ci continua a sorprendere: vogliono realizzarsi, veder riconosciuto il proprio talento e sentirsi importanti tra i grandi, ma soffrono le regole e hanno un’allergia generazionale alle procedure e alle gerarchie. È questo ciò che spesso li fa etichettare come sfaticati, ma c’è bisogno che gli adulti cambino il proprio punto di vista: non si tratta di non voler lavorare, ma di avere una più spiccata sensibilità che rende i ragazzi bisognosi di essere riconosciuti per la loro unicità anche sul lavoro“.